venerdì 29 luglio 2011

Verbale assemblea commissioni lavoro Madrid 24.07.11

VERBALE DELL’ASSEMBLEA TENUTASI NEL PARQUE DEL RETIRO DI MADRID IL GIORNO 24 LUGLIO 2011 IN MERITO ALLA POSSIBILITÀ DI ORGANIZZARE IN SPAGNA UNO SCIOPERO GENERALE.




All’assemblea hanno partecipato circa 25 persone, tra cui alcuni rappresentanti delle commissioni “lavoro” di Madrid e di Barcellona, alcuni rappresentanti della commissione “economia” di Madrid, diversi rappresentanti del movimento 15-M provenienti da diverse città della Spagna e un rappresentante della commissione “lavoro” di Roma.

- A. rileva che non è possibile organizzare uno sciopero generale appoggiandosi al sindacato, in quanto questo deve essere radicalmente estromesso dalle forme di lotta del movimento.
- B., della commissione “economia” di Madrid, sostiene che il sindacato non deve essere estromesso, bensì rifondato, in quanto ci sono territori in cui è ancora molto forte e non è possibile ipotizzare una lotta che risulti vincente senza avere il suo sostegno.
- C. ritiene che il movimento debba creare le condizioni per cui sia il sindacato a sentirsi costretto a convocare lo sciopero generale: ci si potrebbe, con questa finalità, appoggiare ad alcuni sindacati minoritari che, non essendo in linea con quelli maggioritari, risultano essere possibili interlocutori del movimento.
- D. sostiene che nella fase attuale è assolutamente necessario evitare un fallimento del movimento. Si deve tentare di comprendere gli errori del passato per evitare di commetterli nuovamente. L’obiettivo primario, aggiunge, è quello di conseguire l’unità. Senza unità nella lotta dei lavoratori non è possibile raggiungere obiettivi. Bisogna, quindi, per forza coinvolgere il sindacato maggioritario, non solo quello minoritario.
- E. sottolinea che all’ assemblea non sta partecipando alcun rappresentante sindacale, che al movimento partecipa la gente e non si è mai visto alcun sindacalista.
- F., membro della commissione “lavoro“ di Barcellona, condivide l’esperienza del suo gruppo di lavoro. Racconta di come la commissione stia tentando di raggiungere tutte le fabbriche che stanno tentando di chiudere o che sono in lotta, dialogando anche con i sindacati. Aggiunge che la commissione sta lavorando con la prospettiva di organizzare uno sciopero generale, con la consapevolezza che il movimento da solo non può indire uno sciopero e che ciò può farlo solo il sindacato. Rileva che è necessario il contributo di tutti e che i partecipanti al movimento devono essere più uniti e riprendere le lotte delle generazioni precedenti. Sottolinea che il sindacato non è composto unicamente da dirigenti sindacali ma anche da tanti lavoratori che ne fanno parte ed è necessario differenziare: i traditori che firmano gli accordi sono solo i dirigenti. A suo giudizio coloro del movimento 15-m che hanno cacciato dalla piazza i sindacati hanno commesso un grande errore. Evidenzia che è necessario riprendere la coscienza di classe e che non si devono mai confondere i dirigenti con i lavoratori, per cui è necessario riportare le assemblee di base nei luoghi di lavoro, in modo che siano i lavoratori a decidere quali accordi devono essere firmati.
- G. si dichiara in disaccordo con F. sull’impossibilità, per il solo movimento senza l’ausilio del sindacato, di indire uno sciopero generale. Sottolinea che i sindacati non stanno partecipando alla lotta per le strade.
- H. ritiene che il movimento non debba andare a cercare il supporto dei sindacati e che sia il sindacato, eventualmente, a dover cercare il movimento. Racconta di lavorare nella sanità pubblica, un settore in piena crisi, e sottolinea che i lavoratori del suo settore sono assolutamente sfiduciati sulla possibilità di un cambiamento reale e che è compito del movimento far riacquistare loro tale fiducia.
- I. si domanda quale sia l’efficacia di uno sciopero generale. Riporta il fatto che lavora in una impresa in Asturia in cui, se la produzione si ferma uno o più giorni, in realtà poi non accade nulla e questo vale, a suo parere, per la maggioranza delle imprese. Evidenzia di non avere alternative precise in mente ma ritiene che lo sciopero era una forma di lotta efficace nel passato, non lo è più oggi.
- L. ritiene che i sindacati siano nemici del movimento e non comprende per quale motivo sia il movimento a dover salvare il sindacato. A suo parere non ha senso discutere se riformare o meno i sindacati, essendo il movimento una forma nuova, per la quale devono trovarsi una nuova formula nuova e idee nuove.
- F. evidenzia che la riunione in corso è stata indetta per organizzare lo sciopero generale, a cui si sta già lavorando da due mesi, e che rispetta chi non è d’accordo con tale azione ma ritiene che costoro possono dar vita ad un’altra assemblea, trovando fuori luogo mettere in discussione l’iniziativa stessa dello sciopero generale.
- N. ritiene che parlare al giorno d’oggi di “padroni” e “lavoratori” costituisca una rappresentazione dualistica limitante della realtà.
- F. si dice indignata dell’impossibilità di utilizzare tali termini. Parlare di “lavoratori” è per lei imprescindibile.
- O., membro della commissione “lavoro” di Barcellona, sostiene che il concetto di “lavoratore” non vada abbandonato, essendo invece necessario individuare chi oggi può ritenersi incluso in tale categoria: evidenzia che è ovvio che oggi il lavoratore non sia solo colui che si reca a lavoro in fabbrica, e che devono essere ad esempio considerati lavoratori anche tutti i precari, ma non per questo si deve abbandonare tale concetto. Ricorda come il cambiamento nella storia sia sempre stato portato grazie alle lotte dei lavoratori.
- D. ritiene che uno sciopero generale sia necessario, come pure è necessario effettuare un salto qualitativo: dopo aver conquistato la piazza il movimento deve dimostrare di essere assolutamente generale e trasversale. Lo sciopero, quindi, a suo parere non è funzionale solo alla lotta in fabbrica ma ha un senso più ampio. Sostiene che il movimento non possa indire uno sciopero ma possa promuoverlo. Evidenzia come i sindacati siano forme organizzative che storicamente si sono rivelate fondamentali e che bisogna distinguere la cupola dei dirigenti dalla base sindacale, formata dai lavoratori.
- P. ritiene che, dal punto di vista pratico, ci si debba chiedere come far confluire in un unico movimento le tante anime che possono partecipare. A suo parere lo sciopero generale deve essere solo una fase della lotta a lungo termine, non il suo obiettivo finale.
- Q. evidenzia come sia assolutamente necessario portare la democrazia nelle fabbriche. Invita ad utilizzare parte dei vecchi sistemi, come i picchetti e lo sciopero, e ritiene si debba partecipare alle assemblee nei luoghi di lavoro. A suo parere il tema del lavoro all’interno del movimento 15-M non è ancora centrale e sottolinea come esista una commissione sul problema operaio che non sta facendo praticamente nulla. Quello che sta facendo il movimento, per ora, è rilevare la delegittimazione di molti degli attuali rappresentanti.
- R., membro della commissione “lavoro” di Barcellona, rileva che il problema principale va individuato nella divisione della classe operaia. A suo parere, ad esempio, nel momento in cui i precari sostengono di essere precari ma non proletari è ovvio che non ci sarà mai una lotta efficace. Si deve tenere ben chiaro, aggiunge, che un salariato non sarà mai uguale al suo padrone. E’ necessario trovare forme di lotta che vadano a creare disagio ai padroni. Sottolinea che l’unico successo ottenuto recentemente in Spagna è stato conseguito grazie ad uno sciopero di 24 ore, che non ha creato chissà quali danni ma ha costituito un efficace sistema di pressione. Nel movimento 15-M, aggiunge, c’è gente che milita nei sindacati e nella politica ed è necessario riprendere le forme di lotta del passato, che sono da studiare e riprendere per proseguire la migliore tradizione del movimento operaio. Nel luogo dove lui lavora è stato raggiunto un successo grazie ad un gruppo di persone militanti in un sindacato.
- S. ritiene che lo sciopero generale debba essere organizzato non solo contro l’economia produttiva ma deve essere allargato anche all’economia finanziaria.
- P. sostiene che è necessario avere pazienza con il movimento, in quanto c’è gente giovane, che non ha mai militato. Di conseguenza, anche se il tema del lavoro non è ancora al centro del movimento, si deve attendere con pazienza l’evoluzione delle cose.
- T. si esprime a favore di un taglio pratico della forma di lotta del movimento: è necessario lottare contro gli sfratti e sostenere le mobilitazioni in fabbrica. Evidenzia come egli abbia avuto un problema sul luogo di lavoro ma nessun sindacato lo abbia aiutato.
- O. rileva che anche a lei non piacciono molte cose del movimento ma che è opportuno fare ciò che è possibile, quindi se c’è da fare uno sciopero, anche se non costituisce la soluzione ed anche se sono coinvolti dei sindacati, lei è a favore.
- F. riporta un’altra esperienza della commissione “lavoro” di Barcellona. Racconta di come siano già stati effettuati due incontri con i lavoratori in lotta della città, con grande partecipazione da parte dei lavoratori. Si sta creando, aggiunge, un coordinamento dei lavoratori in lotta, riprendendo il principio diffuso negli anni ’70 per cui “se toccano una fabbrica le toccano tutte”. A suo parere è necessario continuare a far incontrare i lavoratori e condividere le lotte. Sul sito http://trabajadoresindignadosb​cn.wordpress.com è possibile trovare molte informazioni su quanto si sta facendo a Barcellona.

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